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DEI BENI ERRATICI
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Beni Culturali, © D 2008

In considerazione dei rischi cui sono sottoposte le opere d'arte collocate all'aperto nel territorio della città e della laguna di Venezia, la Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Venezia e Laguna ha sottoscritto un accordo di collaborazione con il Servizio di Protezione Civile e rischi industriali del Comune di Venezia. Tale accordo ha come finalità il montoraggio e la conoscenza dello stato di conservazione del cospicuo patrinomio storico-artisitco esposto alla pubblica vista e in condizioni di particolare pericolo a causa del materiale costitutivo, delle condizioni ambientali o della collocazione in zone poco frequentate o ad altezza dal suolo facilmente raggiungibile. Tale insieme di opere viene indicato col nome di "beni erratici" e il progetto prende in considerazione quelli a un'altrezza non superiore ai 4 metri dal suolo.

La Soprintendeza ha la gestione scientifica del metodo di lavoro seguito, ha predisposto una modello di scheda e fornito le indicazioni per la sua corretta compilazione oltre che dato, tramite dei suoi tecnici, delle nozioni di base ai volontari del Nucleo, cui spetta il lavoro di monitoraggio e censimento. Il montoraggio è coerente con i principi di tutela e valorizzazione espressi dal D.P. Lgs. 42 del 22 gennaio 2004, art. 11, in cui si definiscono, qualora ne ricorrano presupposti e condizioni, beni culturali "gli affeschi, gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni, i tabernacoli e gli altri ornamenti di edifici, esposti o non alla pubblica vista".

Il lavoro di monitoraggio nella sua fase sperimentale è iniziato nel mese di luglio 2006 a partire da una piccola porzione dal Sestiere di S. Croce e i risultati ottenuti sono stati presentati nel Salone dei beni culturali 2008. Si è quindi passati alla fase due del progetto, ossia la sua applicazione a tutto il territorio di Venezia con il seguente ordine dei sestieri: S. Croce, S. Polo, Dorsoduro (esclusa Giudecca), S. Marco, Cannaregio, Castello.

Il territorio della città è stato suddiviso in insulae, in modo da assegnare ai volontari, organizzati in squadre di due o tre persone, un territorio da censire. Essi esplorano la zona loro assegnata e, con accuratezza, compilano una scheda con i dati afferenti la localizzazione dell'oggetto, il materiale costitutivo oltre che a misure e a uno o più scatti digitali. Le schede sono poi riversate in un apposito data-entry fornito dalla Soprintendenza. Il lavoro dei volontari si articola quindi in più fasi: il rilievo di campagna, l'inserimento dei dati acquisiti nel data-entrye e periodiche verifiche dello stato dei manufatti censiti.

La cittadinanza, cui idealmente è dedicata questa inziativa, avrà l'opportunità di accedere ai risultati del lavoro svolto, attraverso la consultazione del materiale catalografico importato in un database georeferenziato. Per avere un'idea di tutto ciò abbiamo realizzato nel nostro sito una demo che utilizza un database MySQL.